Le profonde radici di DiamArt

Isidoro Ferrari, creativo e vulcanico capostipite di una generazione di giovani imprenditori, racconta come da un'intuizione sia nata una gran bella avventura, l'ennesima sfida della sua vita.

Com'è nata l'idea delle superfici in micro diamanti?

La scintilla è scoccata con il pensionamento. Sembra una battuta ma è andata così. Mi sono trovato di fronte a tanto tempo libero e ancora molta voglia di fare. Non è nella mia indole stare fermo. Avevo voglia di trovare una nuova avventura in cui tuffarmi. Così ho condiviso in famiglia molte idee, tante delle quali sono state bocciate (ride, ndr). Fino a quando mi sono posto questa domanda: quali nuove applicazioni potrebbe avere questo straordinario materiale? Lavoro in questo settore, la produzione di utensili diamantati per la lavorazione del marmo e del granito, da sempre e conosco il diamante da 50 anni. Ho imparato ad apprezzarne le caratteristiche meccaniche ed estetiche. Rispondere a quella domanda significava per me anche dare nuova vita ad un patrimonio di esperienze e conoscenze costruito in tanti anni passati lavorando con impegno, dedizione, passione, entusiasmo e abnegazione.

La risposta che sì è dato?

La risposta è quello che vediamo oggi, la realtà di DiamArt, ma non solo. Il punto di partenza è stata un'analisi delle caratteristiche essenziali del diamante, la pietra naturale con le caratteristiche estetiche più preziose che evocano immediatamente sentimenti di ammirazione e piacere in che le vede. Da queste considerazioni, unite a tanto duro lavoro, ha preso vita DiamArt, un progetto che ha l’obiettivo di esaltare la brillantezza, la capacità di riflettere la luce, la bellezza e la forte capacità evocativa dei micro diamanti nel settore del luxury.

È stato un approccio imprenditoriale più che intuitivo?

L'intuizione è l'inizio, poi è venuta a galla una vita di lavoro. Sono nel mondo del diamante da mezzo secolo, lo conosco e ho imparato ad apprezzarne tutte le caratteristiche. Ho sempre dovuto anticipare i tempi per superare la concorrenza. Dellas, l'azienda che ho fondato e guidato per tanti anni, è stata sempre all'avanguardia, una delle migliori al mondo. Ho cercato di spostare questo approccio a questa nuova idea. Quindi la ricerca, lo sviluppo, le prove infinite, la propensione al rischio e lo studio di nuove soluzioni hanno portato a dei brevetti che ci consentono di offrire prodotti unici al mondo. Devo dire che sia i miei figli che i loro collaboratori sono stati eccezionali nel portare avanti quest'idea. A loro va il merito di averla realizzata.

Quali sono i segni che le hanno fatto capire che era sulla strada giusta?

Siamo partiti con la volontà di portare sul mercato qualcosa di completamente nuovo, meraviglioso, duraturo e prezioso. Il diamante rispondeva a tutte queste richieste. Ma non era sufficiente. Dovevamo trovare qualcosa che lo rendesse unico: ecco allora la soluzione delle superfici in micro diamante. Detta così sembra facile, ma sono passati anni prima di raggiungere il risultato che avevamo in mente. Oggi proponiamo superfici in micro diamanti che hanno uno spessore inferiore al millimetro, cosa che nessuno riesce a fare e applicarlo su materiali di ogni genere e forma: tessuti, metalli, pietre, vetro, plastica e legno. Dopo è arrivata la risposta del mercato, i primi clienti che confermavano gli ordini, le fiere all'estero, l'apertura di canale in un mercato importante per noi come quello di Dubai.

Il segreto di questo successo?

Se di segreto si può parlare è più che altro dovuto alla passione e alla ricerca. In tanti anni di lavoro ho capito che bisogna lavorare con amore per quello che si fa e solo continuando a ricercare nuove soluzioni si può rimanere vivi e appetibili sul mercato. Curiosità, innovazione e propensione al rischio anticipando i tempi, sono conseguenze di questi primi due fattori. Ho sempre innovato in continuazione, sempre cercato di avere l'ultimo modello di macchinario per primo. Oltre a questo, determinante, è stato l'approccio all'attività. Quando le cose hanno cominciato a girare bene, abbiamo sempre cercato di aiutare il nostro territorio, collaborando con le aziende locali, sostenendole con il lavoro, con la collaborazione e la disponibilità. Il lavoro è un bene comune, abbiamo sempre agito per migliorare la competitività di tutta l'area, mai pensando solo a noi stessi.

I valori che l'hanno ispirata?

Il valore principale è sempre stato il rapporto umano con i dipendenti. Ci sono stati momenti in cui siamo arrivati ad averne oltre un centinaio. Ciascuno di loro per noi era un membro della famiglia. Persone stupende. Lavorare e creare un buon clima in azienda è sempre stato il fondamento dell'attività. Disponibilità, professionalità e affetto, non sono mai mancate. Il secondo, senza dubbio, la ricerca. Ho sempre dato grande rilevanza a questo aspetto. Ho stampato in mente un ricordo, ero a Johannesburg in visita ad alcune miniere e incappai in un fatto sgradevole. Fui aggredito e derubato da un gruppo di delinquenti. Mi ospitava una società, leader del settore del diamante, che per sollevarmi dal peso di quanto mi era accaduto mi offrì quattro mila carati di diamanti, corrispondenti a dieci mila dollari di allora. Un valore considerevole. Ma non fu quella la cosa più importante, me li diedero a una condizione: che li testassi in tutte le possibili declinazioni. Si fidavano di me, del modo di lavorare della mia azienda e del fatto che avrei dato risposte affidabili e utili per il loro prodotto. Ne nacque una collaborazione strettissima, proficua e amicale.

Si sente appagato?

Posso ritenermi soddisfatto, ho vissuto e lavorato con passione, ricercando sempre nuove strade. Ho viaggiato in tantissimi paesi e in momenti storici particolari, su tutti l'Iran in cui eravamo l'unico fornitore autorizzato ai tempi della rivolta di Khomeini, solo per citarne uno. Anni difficili e bellissimi. Ho girato il mondo grazie a questo lavoro e conosciuto persone straordinarie. Una gran bella avventura che anche oggi mi regala continue soddisfazioni grazie all'attività dei miei figli.

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